LIMES - Rivista Italiana di Geopolitica
Limes, rivista italiana di geopolitica, diretta da Lucio Caracciolo, è stata fondata nel 1993 e si è ormai affermata come uno dei più influenti e autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa.A differenza di altre riviste di geopolitica, Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista.L'uso di cartine geopolitiche è essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
"Gli Stati di Israele". 09/2025
"Gli Stati di Israele", il volume 9/25 di Limes , esce in un momento critico del sanguinoso conflitto israelo-palestinese. Il volume fa il punto sulla guerra, provando a rispondere ad alcuni interrogativi cruciali da cui dipende il futuro dello Stato ebraico, della popolazione palestinese, della stabilità regionale e dei suoi riflessi sulla regione mediterranea, Italia inclusa.
La prima parte – Israele o Giudea – descrive le profonde faglie interne allo Stato ebraico che, accentuate dalla guerra, ne minano unità e stabilità. In questa sezione si descrive anche, con testimonianze dal campo, la disastrosa situazione umana e materiale della Striscia di Gaza, il suo impatto sulle future chance di convivenza dei due popoli e le sue conseguenze sul morale dei numerosi riservisti israeliani chiamati alle armi.
La seconda parte – I fronti mediorientali – allarga lo sguardo alla regione, prendendo in esame prospettive e strategie degli altri attori – tra cui Turchia, Siria, huti yemeniti, Iran, Cina, Pakistan – aventi in varia misura voce in capitolo negli equilibri presenti e futuri del Medio Oriente.
La terza parte – Non c’è Italia senza Medioceano – si concentra sulle ricadute per l’Italia del disordine mediorientale. Qui si sottolinea in particolare l’impatto economico e di sicurezza prodotto dalla perturbazione delle rotte marittime passanti per Suez, cui si aggiungono le tensioni derivanti dalla guerra ucraina che investe anche il Mar Nero e, attraverso gli stretti turchi, genera instabilità nel Mediterraneo.
La quarta e ultima parte – Saluti americani e piani europei – descrive i propositi di relativo, ma tangibile disimpegno statunitense dal Mediterraneo – parte del ripiegamento strategico perseguito da Trump – e le reazioni dei paesi europei, tra cui la Francia, più interessati a riempire il possibile vuoto strategico che si prospetta.
