Edwin A. Abbott - Flatlandia racconto fantastico a piu dimensioni(2000)
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Edwin A. Abbott - FLATLANDIA : racconto fantastico a piu dimensioni (2000)
Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni (Flatland: A Romance of Many Dimensions) è un romanzo fantastico-fantascientifico del 1884 scritto da Edwin Abbott Abbott. Narra la vita di un abitante di un ipotetico universo bidimensionale che entra in contatto con l'abitante di un universo tridimensionale. È un racconto molto popolare tra gli studenti di matematica e più in generale tra gli studenti di facoltà scientifiche, perché affronta da un punto di vista molto originale il concetto di un mondo a più dimensioni.
Dal punto di vista letterario è famoso anche per essere una satira della società vittoriana, mentre filosoficamente critica il riduzionismo positivista.
PRIMA EDIZIONE ORIGINALE 1884
Titolo Flatlandia : racconto fantastico a piu dimensioni / Edwin A. Abbott ; prefazione di Masolino D'Amico ; in appendice un saggio di Giorgio Manganelli
Edizione 14. ed
Pubblicazione Milano : Adelphi, 2000
Descrizione fisica 166 p. ; 22 cm.
Numeri
· [ISBN] 88-459-0041-X
Lingua di pubblicazione ITALIANO
Paese di pubblicazione ITALIA
Codice identificativo ITICCUBAS264456
Genere: Romanzo
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Il racconto è diviso in due parti. Nella prima parte il narratore descrive brevemente il mondo di Flatlandia. Questo è un mondo bidimensionale (flat in inglese significa piatto) e gli abitanti di questo mondo sono delle figure geometriche che si muovono su un piano che per loro è l'universo. Il narratore è uno degli abitanti, e nella fattispecie è un quadrato.
Come si vede a Lineland
La Sfera attraversa Flatlandia
Nella seconda parte del racconto il quadrato racconta il suo incontro con una sfera proveniente da Spacelandia (il mondo a tre dimensioni) che lo illumina sulla presenza della terza dimensione. In seguito il quadrato racconta di come gli abitanti di Flatlandia abbiano reagito al suo tentativo di illustrare la presenza di una terza dimensione.
Come si è detto, il racconto è una satira della società dell'autore, infatti in Flatlandia la società è rigidamente divisa in gerarchie e la suddivisione si basa sull'aspetto fisico. Nello specifico, sul numero di lati che formano le figure.
Nel mondo di Flatlandia un maggior numero di lati (o meglio, un angolo più largo) viene associato a maggior intelligenza e quindi a scuole migliori e in seguito a lavori migliori e di maggior responsabilità. In questo mondo ogni individuo può sperare in un'ascesa sociale sua o eventualmente della sua prole, anche se in realtà solo un ridottissimo numero di individui riesce a migliorare la propria posizione sociale.
La remota possibilità d'elevazione sociale viene utilizzata dalla classe dominante per mantenere pacifico il popolo e in caso di rivolte l'elevazione di classe viene utilizzata per allettare i capi delle rivolte e quindi per far fallire tutte le rivolte in Flatlandia. Uno speciale spazio viene riservato alle donne che in quell'universo sono delle linee e quindi simili a figure dotate solo di due lati e di un angolo pari a zero sono assimilate a dei bambini che vanno perennemente protetti dal mondo esterno.
Il protagonista nel racconto non si ferma ad un mondo a tre dimensioni, e, riprendendo gli allora recenti lavori di Riemann, teorizza mondi a più dimensioni che aspettano solo di essere scoperti con gli occhi della mente.
Infatti, pur avendo la sfera iniziato il quadrato al mondo delle tre dimensioni, quando il quadrato congettura la presenza di mondi con quattro, cinque, sei, ecc. dimensioni, la sfera lo zittisce affermando che il mondo ha solo tre dimensioni e non ne può avere più di tre. Quindi il maestro si dimostra più miope dell'allievo e non riesce ad elevare la sua mente oltre i suoi sensi in un primo momento. Nonostante questo, in un secondo momento gli appare nuovamente affermando che effettivamente è possibile proseguire all'infinito nella ricerca di altre dimensioni.
§ 1. Sulla natura della Flatlandia
Chiamo il nostro mondo Flatlandia, non perché sia così che lo
chiamiamo noi, ma per renderne più chiara la natura a voi, o Lettori
beati, che avete la fortuna di abitare nello Spazio.
Immaginate un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei
Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni, degli Esagoni e altre Figure
geometriche, invece di restar ferme al loro posto, si muovano qua e
là, liberamente, sulla superficie o dentro di essa, ma senza
potersene sollevare e senza potervisi immergere, come delle ombre,
insomma. Così facendo avrete un'idea abbastanza corretta del mio
paese e dei miei compatrioti. Ahimè, ancora qualche anno fa avrei
detto: «del mio universo», ma ora la mia mente si è aperta a una più
alta visione delle cose.
Edwin Abbott Abbott (Marylebone, 20 dicembre 1838 – Hampstead, 12 ottobre 1926) è stato uno scrittore, teologo e pedagogo britannico.
Conosciuto tra i suoi contemporanei soprattutto come autore di opere teologiche, saggi letterari e manuali scolastici, Abbott è noto oggi principalmente quale autore di Flatland – A romance of many dimensions (in italiano Flatlandia – Racconto fantastico a più dimensioni).
Abbott compì la sua formazione letteraria, scientifica e teologica alla City of London School, al St. John's College di Cambridge, alla King Edward's School di Birmingham e infine al Clifton College. Prese i voti nel 1862.
Tra il 1865 e il 1889 ricoprì l'incarico di rettore della City of London School, introducendo varie innovazioni che resero la scuola una delle migliori del tempo. Ripristinò, in particolare, la pronuncia classica del latino, e rese obbligatorio l'insegnamento della chimica per tutti gli studenti.
Nel 1889 si ritirò dall'insegnamento attivo per dedicarsi allo studio e alla scrittura. La sua produzione letteraria fu molto intensa (più di quaranta libri) ed eterogenea: spaziò dalle opere teologiche (Philocristus – 1891; Onesimus – 1892) ai manuali scolastici (How to write clearly – 1872; Shakespearian Grammar - 1870), alle biografie (quella di Francis Bacon è del 1885), sino all'opera per cui oggi è maggiormente noto, Flatlandia, pubblicata anonima nel 1884.
Flatlandia, che conobbe un successo limitato al suo apparire, è la prima opera in cui, attraverso la descrizione minuta di un mondo a due sole dimensioni, ovvero piatto, si suggerisce la quarta dimensione, e forse anche per questo fu riscoperta e particolarmente apprezzata solo nel XX secolo, dopo la divulgazione della teoria della relatività di Albert Einstein.
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